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Equitazione e disabilità, fare le cose con consapevolezza

Equitazione e disabilità, fare le cose con consapevolezza

Quello della disabilità è sempre un argomento delicato, ma quando si tratta di equitazione, non è opportuno prendere la situazione alla leggera. Naturalmente anche chi è disabile può praticare una buona equitazione, ma è bene svolgere l'attività da chi è competente, così non solo l'attività verrà svolta in sicurezza, ma ci saranno sicuramente dei risultati, proprio perché chi è di competenza possiede la conoscenza necessaria per una buona pratica. 

Chi conosce i cavalli sa come questi animali, anche quando dal temperamento placido e con ottimo addestramento alle spalle, possono essere imprevedibili.

Spesso, i genitori o i tutori di una persona che ha disabilità fisiche, mentali o entrambi, desiderano farla avvicinare all’equitazione, sottovalutando i rischi generali, e che questi, in certe situazioni, possono anche aumentare.

Tutti sappiamo i benefici che lo stare con i cavalli porta alla mente ed al fisico, ancor più importante è fare tale attività con cognizione di causa, e non in modo superficiale.

La cosa peggiore da fare per non ricevere una risposta negativa da parte dei gestori del centro, è quella di nascondere il problema, specialmente se questo non è visibile, oppure minimizzarlo. Bisogna sempre parlare chiaramente, ne va della sicurezza di chi monterà a cavallo, e della tutela personale di chi gestisce il centro.

Prima di salire a cavallo è bene far presente il problema ai gestori del centro, poiché sono loro i responsabili verso di voi una volta che vi hanno messi a cavallo.

In certe situazioni, valutando i possibili rischi, possono giustamente decidere di non farsi carico di tale onere. Semmai dovesse succedervi qualcosa, la responsabilità è di chi vi porta a cavallo, però omettendo o minimizzando il problema voi non gli date nessuna possibilità di scelta, e ciò è davvero un comportamento scorretto e sgradevole.

Meglio ricevere un NO, piuttosto che rischiare la propria incolumità per uno sfizio e mettere in seria difficoltà una persona che svolge onestamente il proprio lavoro.

Naturalmente chi già conosce o comunque ha un’infarinatura per quanto riguarda i cavalli e l’equitazione, sa bene che non sempre la sua richiesta può essere accolta da chiunque, e come giusto che sia si rivolge a chi è di reale competenza in questo campo.

Purtroppo però, chi non conosce i cavalli e l’equitazione, sceglie con poca cura a chi rivolgersi, e se la sua richiesta viene negata, purtroppo accade che se la prende a male, nonostante la sincerità e la professionalità di chi ha detto quel, difficile, no, poiché non in grado di soddisfare la richiesta in sicurezza.

Se il gestore di un maneggio non ritiene opportuno far partecipare alle attività a cavallo una persona con problemi che ne compromettono la mobilità fisica in modo più o meno importante, o le capacità mentali, non sta facendo una discriminazione verso il disabile, lo sta tutelando, evitando di esporlo ai rischi che una determinata attività comporta anche per i normodotati, e che può dimostrarsi più rischiosa per una persona con difficoltà, specialmente se non si possiede l’attrezzatura idonea, i cavalli preparati a tale attività, e le competenze da istruttore necessarie per svolgere tale impiego.


I cavalli impiegati per l’ippoterapia e per tutte le attività con persone che hanno disabilità, sono adeguatamente addestrati, inoltre gli istruttori hanno conseguito studi specializzati che gli consentono di avere un approccio più adeguato, e gli permette di insegnare l’equitazione in modo corretto, ma senza rifarsi agli schemi di equitazione ordinaria.  

Anche l’attrezzatura utilizzata, in molte situazioni, è differente da quella consueta, studiata e realizzata appositamente per far fronte alle varie esigenze che si presentano.  


I cavalli, che sono alla base dell’attività, vengono appropriatamente addestrati.


L’addestramento del cavallo viene fatto da persone capaci di addestrare un cavallo per lo svolgimento di tale lavoro, preparando il cavallo a ricevere comandi in modo differente rispetto ai cavalli comunemente utilizzati in equitazione.

Ad esempio:

Nel caso di una persona che non ha l’uso delle gambe, il cavallo è stato addestrato in modo da utilizzare correttamente il fisico e rispondere positivamente, compiendo le azioni richieste, come un qualsiasi cavallo, ma senza l’input dato dall’azione delle gambe.

In una situazione ordinaria il contatto di gamba a cavallo è essenziale, in equitazione la maggior parte del lavoro viene fatta con le gambe e con l’assetto, le mani svolgono un lavoro minimo, in certi casi anche nullo.

Un cavallo addestrato a lavorare con persone che non hanno l’uso delle gambe, non ha bisogno affatto del contatto di gamba per svolgere una determinata attività, e questo lo rende un cavallo differente dagli altri dal punto di vista addestrativo, proprio perché ha ricevuto un addestramento particolare, apposito  per poter lavorare con cavalieri che non possono utilizzare le gambe.

Lo stesso discorso vale per tutti i cavalli addestrati a lavorare con cavalieri che hanno problemi. Ho fatto l’esempio delle gambe, ma anche il mancato utilizzo di uno o entrambe le braccia richiede un cavallo addestrato a ricevere comandi particolari.

E per addestrare adeguatamente un cavallo a tale lavoro, occorre una persona competente, una persona che non solo è in grado di addestrare un cavallo, ma che conosce a fondo il problema, e tutte le problematiche che ne comporta, realizzando così un cavallo idoneo a tale attività.

Il discorso del cavallo addestrato vale anche per chi ha disabilità mentali. Occorre un cavallo non solo calmo ma anche in grado di soddisfare le richieste della persona che lavora con lui, senza avere comportamenti inopportuni, che possono causare disagio o creare situazioni pericolose.

Gli unici cavalli che ricevono tale addestramento sono quelli adibiti al lavoro con le persone che hanno tali difficoltà. I cavalli che comunemente si trovano nei maneggi hanno un addestramento classico, e questo non li rende propriamente idonei al lavoro con coloro che presentano disabilità che richiedono determinate esigenze.

Tutti i cavalli inoltre devono ascoltare in primis l’istruttore a terra. Istruttore competente che sa come insegnare l’equitazione a l’allievo, poiché si tratterà di un utilizzo discordante del corpo rispetto all’equitazione comunemente praticata, e di un approccio emotivo diverso.

Tutto ciò permette di lavorare serenamente e in sicurezza, inoltre la figura dell’istruttore di equitazione viene talvolta accompagnata da un medico specializzato ed uno psicologo laddove è necessario, proprio per tutelare la salute  dell’allievo disabile.

La gravità del problema spesso fa la differenza. Ci sono problemi minimi, che non compromettono in modo eloquente l’utilizzo del fisico e della mente, e che quindi consentono di praticare l’equitazione senza particolari accorgimenti, come il cavallo adeguatamente addestrato, l’istruttore con competenze specifiche, e le altre figure professionali che accompagnano l’istruttore, e l’attrezzatura adeguata. In altre situazioni invece è opportuno rivolgersi a chi è di competenza, proprio per poter fare le cose in sicurezza, perché la sicurezza viene prima di tutto, e per bene. 

Anche la progettazione del maneggio è importante. In un maneggio per disabili le strutture devono essere costruite in modo tale da essere agevoli per tutti. Spesso in un normale maneggio ci sono molte barriere architettoniche, talvolta per contenere i cavalli, dividere gli spazi, insomma, per necessità. Un maneggio che ospita persone con difficoltà motorie invece è progettato diversamente, in modo da essere funzionale come maneggio ed agibile.


Ricapitolando i punti per una buona equitazione per chi è disabile
Scegliere un centro idoneo che possiede come minimo 
  • Personale specializzato nell'ambito dell'equitazione per disabili
  • Attrezzature idonee al lavoro da svolgere
  • Cavallo adeguatamente addestrati per lo svolgimento di tale lavoro
  • Una struttura idonea

Alla luce di ciò, la scelta di accogliere nel proprio centro, o di consigliare un collega che si è specializzato nell’ambito dell’equitazione per disabili, è un gesto di responsabilità e consapevolezza.

Responsabilità e consapevolezza che devono avere soprattutto le persone che si occupano di coloro che presentano problematiche, senza sottovalutare la situazione, e senza soffermarsi al “ma i cavalli sono bravi”, perché non è solo il temperamento l’aspetto che bisogna considerare, è soprattutto l’addestramento ricevuto quello che fa la differenza, e frequentare un centro ippico specializzato naturalmente darà migliori e maggiori risultati, e non solo l’esiguo contentino dell’infruttuoso giretto sul cavallo.


Copyright © 2014 – data odierna
Il Cavallo - Benessere & Bellezza di Lisiana Patalano.
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