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Il cavallo da campagna, alcune considerazioni

Il cavallo da campagna, alcune considerazioni 

Con il termine cavallo da campagna si indicano tutti quei cavalli impiegati nell’attività di passeggiate, escursioni e trekking e non attività sportive, siano queste agonistiche o pratica da diporto. Benché il cavallo che svolge attività sportiva può essere impiegato anche nell’attività in campagna non sportiva, a scopo di svago o anche allenamento, solitamente il cavallo da campagna vero e proprio non è impiegato nell’attività sportiva in quanto svolge esclusivamente attività in campagna non sportiva, ma possono esserci ovviamente delle eccezioni.  

I cavalli impiegati per tale attività sono vari e diversi tra loro. Non c’è una razza specifica né una provenienza specifica che consente al cavallo di diventare o meno un cavallo da campagna. Tutti i cavalli hanno accesso a questa attività in quanto si tratta di un impiego molto vario e che non pretende standard né obiettivi comuni fissi, dunque è accessibile a tutti nelle sue diverse varianti.

È molto comune trovare, oltre alle razze con maggiore attitudine all’attività in campagna e lavorativa col bestiame, e quindi allevate anche per questo, cavalli di linea sportiva, anche agonisti mancati o ex agonisti. Non è difficile trovare cavalli allevati in origine come cavalli da carne e acquistati per svolgere questa pratica visto il temperamento generalmente placido e la rusticità delle razze prevalenti. Si trovano innumerevoli incroci e meticci. Anche cavalli con difetti morfologici che li rendono non proprio adatti ad attività sportive vengono impiegati, anche con successo, nell’attività in campagna. C’è molta varietà.

L’attività in campagna non richiede un tipo di monta specifica né un tipo di finimenti rispetto ad un altro. La tecnica base, sia da parte del cavallo che da parte del cavaliere è sufficiente, ovviamente più impegnativa diventa l’attività e maggiore deve anche essere la preparazione, non solo tecnica ma anche atletica.  

Indispensabili invece finimenti adatti al cavallo, che calzano bene e che non causano punti anomali di pressione e fiaccature, di buon materiale che non rovina la cute, e con i quali il cavaliere sia comodo poiché è necessario essere comodi in due, specialmente quando si cavalca per diverse ore a settimana su territorio vario.

   

L’attività in campagna

Si tratta di passeggiate, escursioni e trekking.

Queste tre attività sono molto diversi tra di loro per tempi e chilometri da percorrere. La difficoltà del territorio invece non è un parametro che le differenzia.

  • Passeggiata è uscire qualche ora e non di più.
  • Escursione è uscire una giornata intera, nel pomeriggio o a sera si ritorna a casa.
  • Trekking è un viaggio a cavalli e dura da uno a più giorni. Quando si fa un trekking non si torna a casa lo stesso giorno in cui si è partiti. Il trekking ha diversi tipi di organizzazione e la difficoltà dipende dal tipo di organizzazione e dalla lunghezza della percorrenza, ad esempio un trekking di una settimana su sentiero sconosciuto e senza punto d’appoggio e con accampamento è decisamente più impegnativo dal punto di vista organizzativo e tecnico di un trekking su sentiero ben noto e con punto d’appoggio.  

In tutti e tre i casi i chilometri da percorrere e la difficoltà sono valori molto variabili per via del territorio.

Uscire in passeggiata due ore in montagna su un sentiero con importanti pendenze e molto sconnesso è decisamente più difficile che uscire un paio d’ore in passeggiata percorrendo un sentiero in terra battuta in pianura o tra morbide colline, inoltre nello stesso arco di tempo (un paio d’ore) i chilometri percorribili e le andature praticabili sono differenti.

Non necessariamente bisogna compiere una grande impresa, anche uscire in passeggiata un paio d’ore con regolarità e magari percorrendo un sentiero facile e piacevole è attività in campagna. Il bello è proprio vivere liberamente l’attività con il cavallo come si preferisce, senza dover obbligatoriamente fare qualcosa in più se non si ha voglia o la possibilità di farlo. 

C’è anche chi svolge attività in campagna senza cavalcare il cavallo ma camminando a piedi con cavallo alla lunghina. Oltre ai cavalli e pony in campagna sono impegnati talvolta anche asini, muli e bardotti, per questo è un’attività molto varia e anche inclusiva.

Detto ciò, si tratta comunque di attività per le quali è necessario impegno da parte del cavallo, e non impegno da poco. Il cavallo da campagna svolge la sua attività prevalentemente fuori dal rettangolo, su territorio vario, spesso sconnesso con varie pendenze e differente pesantezza e durezza del suolo, differente anche nell’arco di pochi metri.

Al cavallo da campagna viene chiesto di portare da poche a diverse ore al giorno il cavaliere sulla schiena percorrendo questo territorio che non è uniforme come il campo da lavoro. Viene talvolta anche chiesto di eseguire trotto e galoppo e occasionalmente qualche salto.

Tutto ciò richiede impegno muscolare non trascurabile, specialmente quando si affrontano territori impegnativi, dunque una buona condizione fisica è indispensabile.


Requisiti importanti per il cavallo

Anche se tutti i cavalli possono accedere all’attività in campagna, è importante che questi abbiano un’adeguata preparazione per affrontare tutte le varianti e le sorprese che si possono incontrare fuori dal recinto, evitando di mettere in pericolo se stessi e terzi, dunque oltre ad un buon carattere, un adeguato addestramento è indispensabile.

Necessario anche per il cavaliere avere, almeno un minimo, di preparazione nel gestire il cavallo, naturalmente maggiore è la preparazione tecnica del cavaliere e meglio è sia per la sicurezza che per il benessere del cavallo.

Naturalmente, più impegnativa è l’attività che si vuole svolgere maggiori sono i requisiti richiesti, non solo riguardanti l’addestramento, ma anche la condizione atletica e la condizione fisica generale, la buona salute e l’assenza di difetti fisici o comunque se presenti è bene che siano di poca rilevanza e tenuti sotto controllo affinché l’attività possa essere svolta senza disagi. Anche per il cavaliere è necessaria una maggiore preparazione tecnica ed atletica per affrontare maggiori difficoltà e per non gravare negativamente sul cavallo.

L’attività in campagna non è farsi portare a spasso dal cavallo a sue spese, ma eseguire attività fuori dal rettangolo insieme al cavallo. L’attività deve essere piacevole e non disagevole per entrambi, cavallo e cavaliere.

L’addestramento

Dal punto di vista tecnico è sufficiente un addestramento base che permetta al cavallo di lavorare correttamente con il fisico, di eseguire bene le andature e passi indispensabili quali passi indietro, passi laterali e girate più o meno strette, anche solo al passo. Il cavallo da campagna deve poter lavorare in modo uniforme e fluido, con impegno fisico più o meno intenso e imparare a “portarsi da solo”, ovvero impegnare i muscoli correttamente senza la costante richiesta del cavaliere. Il lavoro in distensione è quello più eseguito in campagna in quanto è l’ideale nelle lunghe percorrenze, è meno impegnativo del lavorare rotondo e riunito, permette una maggiore libertà di movimenti in salita e in discesa e di equilibrarsi su terreno sconnesso.

Naturalmente insegnargli una tecnica più avanzata e raffinata è un bene, a patto che sia fatto in modo tale che il cavallo lavori correttamente e sereno e che in campagna le cose vengano richieste con criterio.

Dal punto di vista mentale invece il cavallo da campagna necessita di una preparazione molto più raffinata rispetto a quanto chiesto dal punto di vista tecnico. Di base è bene che sia un cavallo non particolarmente ombroso e generalmente gestibile e collaborativo, oltre che socievole, ma molte cose si possono imparare e controllare.

Necessità di un lavoro di familiarizzazione, ovvero di conoscere e non temere ciò che lo circonda, spesso chiamata desensibilizzazione, ma familiarizzazione è più corretto poiché il cavallo impara ad avere familiarità con le cose, a riconoscere e conoscerle, a valutare se realmente si tratta di un pericolo o meno. Bisogna anche lavorare su l’autocontrollo, e dunque evitare di reagire con fughe incontrollate. Il cavallo da campagna viene educato ad essere fiducioso, coraggioso e riflessivo, e anche collaborativo. Allo stesso tempo però è necessario far sì che il cavallo sia in grado di badare a sé stesso e di valutare anche l’opzione migliore, e ciò è possibile quando il cavallo acquisisce una buona percezione di sé stesso e dello spazio che lo circonda. Un esempio pratico è l’attraversamento di un passaggio impegnativo, il cavallo che osserva e pensa valuterà con attenzione dove mettere i piedi e come poggiarli affinché l’attraversamento avvenga in modo agevole e sicuro. Bisogna sempre tener presente che un cavallo è molto più grosso e pesante di noi, e se noi in un punto passiamo, non è detto che anche il cavallo riesca nell’impresa.

L’affiatamento tra cavallo e cavaliere è molto importante quando si decide di fare coppia fissa. Una buona intesa, una buona comunicazione reciproca tornano sempre utilissime in campagna, nelle situazioni facili e in quelle più impegnative.

Per fare tutto ciò bisogna innanzitutto imparare a comprendere e comunicare con il cavallo. Il metodo da utilizzare va sempre personalizzato in base al cavallo con il quale si sta lavorando, ogni cavalli è differente e dunque anche un metodo, pur essendo di base il medesimo, necessita di accorgimenti e personalizzazioni in base al cavallo in questione, ma anche al binomio da formare e costruire.

Scegliere metodi rispettosi e che incentivano la comunicazione reciproca è sempre molto più produttivo del voler piegare il cavallo con la forza.

In campagna è indispensabile essere complici, che sia trekking o passeggiata.


Benessere del cavallo da campagna

Molto spesso l’attività in campagna non riceve l’attenzione che merita dal punto di vista atletico del cavallo, è invece molto importante rendersi conto di come anche il cavallo da campagna necessita di una corretta preparazione atletica e della ginnastica per mantenere in buone condizioni il fisico. Come tutti i cavalli può incorrere in problemi muscolari, tendinei, legamentosi e articolari, non solo accidentali, ma anche dovuti all’attività stessa, specialmente quando non adeguatamente preparato o eseguita non nel modo più corretto per preservare il fisico.

Il cavallo svolge prevalentemente un lavoro aerobico poiché l’andatura è costante per lunga percorrenza. Necessaria una buona resistenza nell’affrontare fondi pesanti salite e anche discese. Dunque una buona capacità polmonare e cardiaca è molto importante per la prestazione, oltre ad una buona resistenza muscolare.

Indispensabile una buona elasticità dei muscoli, ma anche di tendini, legamenti e articolazioni poiché il terreno è spesso accidentato e l’unico modo per prevenire stati infiammatori e infortuni più o meno gravi è mantenere la struttura elastica. Migliore è l’elasticità, minore è la probabilità di incorrere in infortuni.

La muscolatura ben sviluppata ed omogenea permette al cavallo di lavorare bene. Una muscolatura in salute e ben sviluppata è molto più efficiente di una muscolatura che patisce rigidità e deve fare i conti con disomogeneità nello sviluppo.

Preferibilmente in forma. In forma significa che c’è equilibrio tra massa grassa e massa muscolare.

Un cavallo sottopeso o sottotono fatica poiché ha carenza muscolare e la muscolatura non è adeguatamente sviluppata da consentire la corretta locomozione, né ha sufficiente resistenza per affrontare lo sforzo. Una situazione di sottotono può anche essere conseguenza di cattivo lavoro e rigidità fisiche varie.

Un cavallo sovrappeso invece fatica poiché si ritrova a dover portare troppo peso, e buona parte di questo peso eccessivo è il suo dunque non può liberarsene. Ciò non solo sovraccarica l’intera struttura ed a patirne è in particolar mondo sono le strutture articolari degli arti che rischiano stati infiammatori e anche un più rapido logoramento, ma affatica cuore e polmoni. Una scarsa capacità cardiopolmonare e un affaticamento importante può diventare anche molto pericoloso per la salute. Anche gli zoccoli patiscono l’eccessivo carico. In casi di sovrappeso grave, e questo non solo al cavallo da campagna ma a tutti i cavalli, si possono verificare spiacevoli episodi di laminite, più o meno gravi, causati, non solo da problemi interni, ma anche dall’eccessivo peso.

Riconoscere la buona forma fisica del cavallo

Per il cavallo da campagna zoccoli sani sono molto importanti, e dunque è bene aver cura degli zoccoli del cavallo. Poco importa se ferrato o scalzo con o senza scarpette (ciò dipende dalle esigenze e le possibilità reali del cavallo) l’importante è che gli zoccoli siano in buona salute, e dunque necessitano di una gestione adeguata alla singola situazione. Trascurare gli zoccoli compromette l’intera struttura e le prestazioni del cavallo.

L’alimentazione è molto importante, ma vista la varietà di questa attività e la varietà di cavalli che la praticano, deve essere bilanciata sulle necessità reali del singolo soggetto. Alcuni cavalli necessitano del mangime ad esempio, alcuni anche di integratori, ad altri ancora basta semplicemente un buon fieno e dell’erba. Cavalli diversi, intensità differente dell’attività, necessità diverse. In linee molto generali, svolgendo attività aerobica, l’ideale è un’alimentazione più grassa piuttosto che ricca di amidi e carboidrati, indispensabili le proteine, ma naturalmente è necessario consultare un nutrizionista per un corretto piano alimentare.

I sali minerali si perdono anche con la sudorazione, e con certi climi e durante certe attività è inevitabile, dunque è bene reintegrarli.

L’acqua è vitale. Quando si è in campagna ed il cavallo è assetato è giusto farlo bere senza aspettare di arrivare a casa. Importante spezzare l’abbeverata specialmente sei l cavallo è accaldato o l’acqua è fredda. Quando si giunge al punto di abbeveraggio con il cavallo in affanno, buona norma è prima farlo rientrare con la respirazione ed il battito cardiaco e poi farlo bere. Assicurarsi della potabilità dell’acqua, ad esempio pozze stagnanti vanno evitate. Tutto ciò per prevenire spiacevoli problemi come le coliche. 


La ginnastica

Il lavoro in campo in piano, anche se elementare, è essenziale per la preparazione tecnica e atletica. I risultati di un buon lavoro in campo si gustano ben volentieri in campagna.

Lavoro in libertà, alla longia, in sella.

Il cavallo da campagna fuori esegue prevalentemente lavoro aerobico al passo e in distensione, in campo dunque è importante eseguire un lavoro più vario affinché tutti i muscoli vengano ugualmente stimolati e in modo differente, è bene lavorare per mantenere e migliorare l’elasticità generale oltre al buon tono muscolare. Lavoro in piano e anche barriere, crocette e se possibile piccoli salti.

Il piano di lavoro e la ginnastica da eseguire deve essere varia e non sempre ripetitiva, proprio per stimolare tutti i muscoli e non solo principalmente solo alcune aree.

Figure da maneggio

Le attrezzature per lavorare il cavallo

Il programma di lavoro è bene personalizzarlo in base alle necessità del cavallo ed alla preparazione tecnica del cavallo e del cavaliere.

Un po’ di lavoro in piano si può anche eseguire in campagna in un punto pianeggiante e dal fondo adeguato, dunque non troppo duro e non troppo pesante, come ad esempio un prato o un sentiero in terra battuta non troppo duro, assicurandosi prima che non ci siano elementi che possano causare un infortunio o un incidente (sassi, buche, ecc..)

Durante la passeggiata chiedere qualche semplice esercizio al cavallo quando si ha l’opportunità di farlo è importante sia per il fisico che per la mente. Passeggiata non è solo andare in giro ciondoloni, ma fare qualcosa insieme, e un po’ di ginnastica è sempre buono farla.

Importante è la costanza nell’attività di ginnastica.

 La libertà di movimento in paddock è indispensabile ma non sostituisce un adeguato allenamento, anche se non intenso come per un cavallo in gara ma bilanciato su l’attività più frequentemente svolta con esso.

 

Attività in campagna, gioia e dolori

L’attività in campagna richiede impegno fisico, e come ogni attività anche quella in campagna causa nel tempo stress muscolare il quale si manifesta con tensione muscolare, affaticamento e rigidità, talvolta anche indolenzimento e dolore, o perdita di massa muscolare, o disomogeneità nello sviluppo delle masse muscolari.

Può capitare che il cavallo ad un certo punto non va più, perde qualità nei movimenti o il fisico cambia. Comincia ad essere riluttante nell’esecuzione di certe attività o nei confronti del lavoro nel complesso. Presenta comportamenti anomali che prima non c’erano.

È uno scenario molto comune ed il più delle volte è causato proprio dallo stress muscolare accumulato e mai risolto che ha messo i muscoli in una condizione di disagio.

Per prevenire o risolvere il problema è necessario intervenire con una corretta ginnastica, attiva e passiva, e talvolta anche con manipolazioni muscoloscheletriche in modo tale da aiutare la struttura a ritrovare l’equilibrio necessario per il corretto sviluppo e lavoro.

Il cavallo da campagna va pensato al pari di un cavallo sportivo, un atleta, e dunque necessita anche lui delle stesse attenzioni.


Quando il problema è 

Un problema che affligge molti cavalli per l’attività in campagna sono i cavalieri che nel concreto hanno una pessima tecnica anche base e che pretendono di fare cose che sono fuori dalla loro portata. Il malcapitato cavallo spesso e volentieri esegue, ma con il tempo viene danneggiato.

La tecnica, anche se base e un po’ grezza è importante per poter preservare il fisico del cavallo. Il buon cavaliere non è colui che fa mille cose ma danneggiando il cavallo. Buon cavaliere si può definire anche colui che sa fare poche cose ma per bene, senza danneggiare il cavallo, lavorando sereno e in armonia con esso.

Il buon assetto, il corretto utilizzo degli aiuti servono a comunicare in modo efficace con il cavallo tramite pressioni ed equilibrio e evitare di danneggiare il cavallo, e anche a preservare quanto più possibile la propria struttura muscoloscheletrica. Dunque il buon assetto e la buna tecnica non sono roba da fighetti, ma servono per una buona pratica.

Altro problema è l’incostanza nell'allenamento e nella pratica dell'attività e la pretesa di grandi uscite domenicali. Troppi i cavalli che vengono cavalcati per uscite impegnative per le quali non sono fisicamente pronti, magari anche una volta al mese, e poi parcheggiati in paddock, o peggio in box, e lì lasciati.

Il rischio in questi casi non è solo quello di danneggiare il cavallo nel lungo tempo e di sviluppare malamente la muscolatura, ma di procurare al un grave danno alla struttura che costringerà, nel peggiore dei casi, a dover ritirare il cavallo dall'attività molto prima del tempo. 

Altro enorme problema è dato dal fatto che cavalli troppo giovani vengono impiegati in attività in campagna impegnativa, senza rispettare i tempi di sviluppo e le modalità di allenamento. 

Il cavallo da campagna non è una giostra sulla quale mettersi sopra e via, ma è un cavalli, al pari di tutti gli altri cavalli che svolgono altre attività, di conseguenza va trattato con eguale riguardo. 


Copyright © 2014 – data odierna
Il Cavallo - Benessere & Bellezza di Lisiana Patalano.
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